Animali in poesia

La poesia e` rivelazione della realta`ovvero e` entrare nell’essere per ricordarci cio`che realmente siamo (Octavio Paz). Una sorta di rimpatrio, qualcosa che spinge l’ascolto oltre se stessi e oltre le parole (Paul Celan).

Queste poesie, versi, scritture in prosa traducono in linguaggio la percezione del mondo animale. Io credo possano essere quel messaggio nella bottiglia, che aiuta la comprensione e la comunicazione tra noi e loro, gli animali. Aiutano l’incontro.

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Wilderness is our first home [..] dog is one of the messangers of that rich and still magical first world.

The dog would remind us of the pleasures of the body with its graceful physicality, and the acuity and rapture of the senses, and the beauty of forest and ocean and rain and our own breath. There is not a dog that romps and runs but we learn from him. The other dog-the one that all its life walks leashed and obedient down the sidewalk-is what a chair is to a tree. It’s a possession only, the ornament of a human life[..] Dogs are kind of poetry themselves when they are devoted not only to us but to the wet night, to the moon and the rabbit-smell in the grass and their own bodies leaping forward.

Mary Oliver. Upstream


Pensiamo che gli animali vivano tutta la vita per sopravvivere e riprodursi e alla fine muoiano senza capire niente. Fanno agguati alle prede, anche gli insetti, graffiano a morte, beccano, assalgono, sbranano. Non parlano. Non capiscono quando noi parliamo. E allora? Vedo questi pensieri umani intorno agli animali, li conosco. Vedo anche loro, gli animali, quelli con cui ho vissuto, quelli intravisti, quelli che temo, quelli di cui ho repulsione, e sento che non conosco la loro lingua, le loro tantissime lingue, ma che spesso ci capiamo. Vedo che salvano. Che ammazzano. Che muoiono spaventati, sereni, addolorati. Vedo che odiano e vedo che amano, che conoscono la compassione, abitano la gioia come fosse la loro natura, esistono nella sofferenza con garbo e con rassegnazione.

Gli animali e gli alberi insegnano a non sapere, a tollerare di stare al mondo senza l’ossessione di capire. La loro assenza di controllo mi pare renda il loro mondo non piu’ minuscolo, ma anzi vastissimo, misterioso. Sanno abbandonarsi, conoscono e insegnano una fiducia primaria e radicale.

Chandra Candiani. Questo immenso non sapere. Conversazioni con alberi, animali e il cuore umano


Non esistono posti sicuri

ma custoditi da animali si

protetti da ali e musi e zampe si

Noi ci vogliamo il bene

delle case a mezzanotte.

Chandra Candiani. La domanda della sete


Di cosa vanno in cerca i cani? Non dire di cibo. Si sente che hanno perduto qualcosa e lo cercano ovunque col naso, col fiuto. Si sente che hanno mappe per l’assenza. Allora anch’io fiuto questo odore di alta montagna, dell’assenza. Questa crepa che si allarga. Quando saro’ tutta crepa, saro’ di nuovo intera.

Chandra Candiani. Il silenzio e’ cosa viva. L’arte della meditazione


Quando gli animali ti guardano

smarriti

perche’ tu sai chi sei,

il tuo nome e loro no

perche’ loro sono chi sono e tu no,

botte e carezze.

Quando gli animali

fanno foresta ovunque

e di sera si spengono

con piccolo tremore

e passeggiano il mondo

frugando la morte

ficcando il naso nel vivo

fiutando

e tanti saluti alle parole.

Quando hanno un punto interrogativo

negli occhi: e’ mai realta’ questa?

Quando gli animali cuciono

la voce al mistero del mondo,

quando e’ storia naturale

svegliarsi di soppiatto

stirare le ossa

e sgovernare la notte,

farne mappa meticolosa

ingarbugliato universo

di minuscole piste

firme e sigilli

tutto timbrato dalla madre capillare

dal suo sorriso tatuato

nelle pelli nelle squame

sulle penne.

Quando la ferita sconosciuta

ti sta al fianco

come un lupo azzurro,

l’inchiostro della tua interrogazione.

Accorgiti quando

stai bene al mondo.


Fingi di non conoscermi

lo vedo che e’ una finta

dall’onda amara della schiena

ami il muro lo baci

spudorato

governando il battito

della coda

in faccia al mondo.

Entri dallo spiraglio

della porta nero

come un frammento di tempesta

e spargi tutt’intorno

l’inverosomiglianza dei gatti.

Chandra Candiani. Fatti vivo.


Perche’io amo gli animali?

Perche’ io sono uno di loro.

Perche’ io sono la cifra indecifrabile dell’erba,

il panico del cervo che scappa,

sono il tuo oceano grande

e sono il piu’ piccolo degli insetti.

E conosco tutte le tue creature:

sono perfette

in questo amore che corre sulla terra

per arrivare a te.

Alda Merini Mistica d’amore


I have a cat, a stripedy cat with tickling whiskers and green electric eyes. She has the softest fur in the world. When I pet her she purrs as if she has a drum near her heart.

Joy Harjo. The good luck cat


L’uomo vuole essere pesce e uccello,

il serpente vorrebbe aver le ali,

il cane e’ un leone spaesato,

l’ingegnere vuol essere poeta,

la mosca studia da rondine,

il poeta si sforza di imitare la mosca,

ma il gatto

vuol esser solo gatto

e ciascun gatto e` gatto

dai baffi alla coda,

dal presentimento al topo vivo,

dalla notte ai suoi occhi d’oro.

[..]

I suoi occhi gialli hanno lasciato una sola fessura

per buttarci le monete della notte.

O piccolo

imperatore senz’orbe,

conquistatore senza patria,

minima tigre da salotto, nuziale

sultano del cielo

delle tegole erotiche,

il vento dell’amore

alle intemperie

reclami

quando passi

e posi

quattro zampe delicate

per terra,

fiutando,

diffidando

di ogni cosa terrestre,

perche` ogni cosa

e` immonda

per l’immacolata zampa del gatto.

Oh, fiera indipendente

della casa, arrogante

vestigio della notte,

ginnasta pigro e indifferente,

profondissimo gatto,

poliziotto segreto

delle stanza,

vessillo di uno scomparso velluto,

sicuramente non c’e` enigma

nei tuoi modi,

forse non sei mistero,

ti conoscono tutti e appartieni all’abitante meno misterioso,

forse lo credono tutti,

tutti si credono padroni,

proprietari, zii

di gatti, compagni,

colleghi,

discepoli o amici

del loro gatto.

Pablo Neruda. Ode al gatto


[..] e mi porta la punta del suo muso,

come fosse un regalo.

[..] quest’unita` di cane con rugiada

e poeta del bosco

[..]

e  l‘antica amicizia,

la felicita`

di essere cane e di essere uomo

trasformata

in un solo animale

che cammina muovendo

sei zampe

e una coda

con rugiada.

Pablo Neruda. Ode al cane


Cucchiaio nel sonno, il corpo

raccoglie la notte. Si alzano sciami

sepolti nel petto, stendono

ali. Quanti animali migrano in noi

passandoci il cuore, sostando

nella piega dell’anca, tra i rami

delle costole, quanti

vorrebbero non essere noi,

non restare impigliati tra i nostri

contorni di umani.

Franca Mancinelli. Pasta Madre


L’apparire di sparsi movimenti

del sole, delle strisce lunari

poi nella loro luce gli animali

tra foglie tutte nuove

disegni, come i gesti delle fate

e dei maghi

discendere da loro

in un destino


nel fumo

negli spazi

essere stati il futuro di qualcuno.

Silvia Bre. Le campane


Farsi consegnare da una donna la parola

amore riparata. Non dimenticarla accesa

non guardarla fissa non farla fulminare.

Ogni quattro anni un controllo generale.

Se si rompe ancora contattare un cane.

Andrea Bajani. Promemoria


Mostly the animals dream

of the other animals    each

according to its kind

       (though certain mice and small rodents

       have nightmares of a huge pink

shape with five claws descending)

:moles dream of darkness and delicate

mole smells

frogs dream of green and golden

frogs

sparkling like wet suns

among the lilies

red and black

striped fish, their eyes open

have red and black striped

dreams    defence, attack, meaningful

patterns

birds dream of territories

enclosed by singing.

Sometimes the animals dream of evil

in the form of soap and metal

but mostly the animals dream

of other animals.

There are exceptions:

  the silver fox in the roadside zoo

  dreams of digging out

and of baby foxes, their necks bitten

  the caged armadillo

  near the train

  station, which runs

  all day in figure eights

  its piglet feet pattering,

  no longer dreams

but is insane when waking;

the iguana

in the petshop widow on St  Catherine Street

crested, royal-eyed, ruling

its kingdom of water-dish ad sawdust

dreams of sawdust.

Margaret Atwood. Dreams of the animals. Procedures for underground


Io, ero stata cancellata

dal fuoco, sono stata invasa

dal verde strisciante

                                     (come

e` lucida la stagione)

               Col tempo gli animali

sono arrivati ad abitarmi

prima uno per

    uno, di nascosto

(le loro tracce abituali

bruciate); poi

marcati i nuovi territori

sono tornati, piu`

convinti, anno

dopo anno, due

a due

ma inquieti: non ero pronta

affatto a quel trasloco in me

Loro capivano che ero

troppo pesante; rischiavo

di rovesciarmi;

avevo paura

dei loro occhi (verdi o

ambra) che mi brillavano dentro

non ero compiuta; di notte

non riuscivo a vedere senza una fiamma.

Lui scrisse, stiamo partendo. Io dissi

non ho  neanche un vestito

rimasto da indossare

Venne la neve. La slitta fu un sollievo;

il suo binario si allungava dietro

spingendomi verso la citta`

e dopo la prima collina fui

(all’istante)

svissuta: loro non c’erano piu`.

C’era qualcosa che mi avevano quasi insegnato.

Venni via senza imparare.

Margaret Atwood. Partenza dalla terra selvaggia. The journals of Susanna Moodie


[..] nei linguaggi animali compaiono le due caratteristiche distintive del linguaggio parlato: il significato-ridotto chiaramente al livello piu` elemenare e primitivo – e la comunicazione. Il grido animale allude a qualcosa, dice qualcosa: possiede significazione. E questo significato e` raccolto e, per cosi dire, compreso dagli altri animali. Quelle urla inarticolate costituiscono un sistema di segni comuni, dotati di significazione. La funzione delle parole non e` diversa. Quindi i linguaggio parlato non e` altro che lo sviluppo del linguaggio animale [..]

Octavio Paz. L’arco e la lira.


[..] In questo  Medioevo altro e tecnologicamente evolutissimo, fatto di nuove crociate, di rinnovate guerre di religione, di oscurantismo, di lavoro industriale sulla paura, di diffusione virale di pestilenze, dietro di noi, a volte a fianco, o inconsciamente partecipi, stanno gli animali, le bestie come irrisolto punto di accesso al mistero della natura, anche della nostra.

Vinicio Capossela. Eclissica.


They sit at their feet after the dinner is over

And watch their expression darken

As they read the papers or listen to their wives

Speak of troubles greater then their own,

After which, only the silence of the peaceful countryside

Can be heard; the trees full of leaves

Busy with their own worries; the one lit lamp

Not strong enough to keep the shadows at bay.

Charles Simic. Dogs pity their masters. Master of disguises


In the bathroom our last

cat comes up to me and purrs

even without touch she purrs

and there are times I can

hold her when no one else

can hold her. She once

belonged to my husband’s

ex-girlfriend who is no longer

of the earth and what I’ve

never told him is that some

nights when I touch her

I wonder if the cat is feeling

my touch or just remembering

her last owner’s touch. She

is an ancient and prickly.

When we are alone I sing

full throated in the empty house

and she meows and mewls

like we’ve done this before

but we haven’t done this before.

Ada Limón. Glimpse. The hurting kind